Poesia n° 14

 

 

ho sognato una donna, tutta vestita di bianco,

che si lasciava legare sul fianco di un orso che arrivava.

Il sogno s’incupiva quando capivo che l’orso avanzava solo nella direzione che la strada gli prestabiliva, ripreso all’ordine da una voce che nessuno sapeva ascoltare.

 l’animale annuiva col capo a regole precise, ammaestrato dalla stessa mano che gli aveva legato la donna sul fianco, 

mano che vedeva, ma non si lasciava vedere, 

mano che toccava, ma non si lasciava toccare, 

mano che afferrava, ma non si lasciava afferrare,

mano che impartiva forza sull’intero genere umano,

e dalla quale nessuna volontà imparava a lasciarsi andare.

la donna, fiera nel suo abito nuziale,

si aggrappava forte alla pelle dell’animale,

temendo che il laccio potesse, prima o poi, cedere,

così da lasciarla rovinare a terra …

ma il prezzo che costringeva le sue membra 

a quello sforzo era, per lei, impossibile da sopportare, 

tanto che, costringersene,

 le costava la morte in ogni suo nervo.

allora supplicava il cielo e, con gran forza di tuono, 

la terra le venne in soccorso, 

s’apriva e mutava la donna in una bestia feroce. 

subito, con gran vigore, le dita le si fecero 

artigli conficcati nella carne dell’animale.

l’orso restava impassibile a quel dolore,

istruito nel suo percorso, continuava ad andare …

ma alla bestia, questo, non bastava ancora a trovare l’equilibrio, e con forza tremenda affondava le grinfie

a scavargli il fianco, a cercare un laccio più robusto al quale potersi aggrappare.

ma l’impassibilità dell’orso che lei si destinava, così da costringere quello a passare sopra ogni dolore, cominciava 

a vacillare, tremava l’animale, inciampava e perdeva l’equilibrio …

cadeva sul fianco dove la bestia gli si reggeva appesa alle ossa, e quella si vedeva stritolare proprio sotto il peso sul quale aveva sempre confidato la sua forza.

in un ultimo tentativo di salvezza, la bestia si strinse più forte all’animale, ma quello, destatosi dal torpore che fino a quell’istante lo aveva costretto, sentiva il dolore degli artigli …

si girò e sbranò la donna.

 

poi tutto precipitò sul fondo del mio sogno

e, in un giro di luce sottile, tutto schiarì.

mi svegliavo

 … vedevo te nuda, sulla linea cieca dell’onda,

che mi venivi incontro, ridevi proprio dove il cielo 

si fermava a riprender fiato, dove il mondo si arrendeva

e restava in bilico sull’orizzonte …