Poesia n°4
Ho veduto, del sole,
la bocca spalancata
di fuoco
scesa a divorare
la terra,
fermarsi muta
a confessarsi
vento il segreto
di mille bandiere strappate
alle mani d’invincibili eserciti.
piegarsi
spelonca vuota,
sepolcro imbiancato,
trafugato
d’ossa e polvere,
ceduta,
corrotta la carne,
battaglia,
vittoria – sconfitta,
lingua, morsa i denti
a trattenerla,
bestemmia-
sacrificio
sull’altare del mio coraggio,
lasciarsi toccare,
carne,
da uno qualsiasi
dei suoi figli,
lasciarsi cogliere,
bocca,
una sola volta,
in un bacio qualunque.
l’attesa.
brillare di luce d’aprile
negli occhi inventati
d’un bambino,
l’attesa.
arrendersi
a quelli chiusi
d’un uomo,
aspettare nuove labbra.
l’attesa,
saltare sull’ala incerta
di un gabbiano,
un altro urlo aggrappato
ad ogni battito,
a scomporsi
nel suo volo più alto,
ricomporsi ancora
al mondo precipitando
slegata l’ala,
ora fuoco,
a quel pezzo
di cielo
così distante
fino a toccarlo per davvero
il cuore,
a provarci, e riprovarci,
ad incendiarla finalmente
la notte.